19 aprile 2013

L'allattamento e noi

Mimì ha 15 mesi ormai e ancora il latte di mamma rappresenta una buona percentuale della sua alimentazione, pur mangiando un po' di tutto fin dai sette mesi.
Ogni tanto capita che qualcuno si stupisca di questo fatto di per sé normalissimo, ma io non gli do peso perché so che la durata dell'allattamento si misura in anni e non in mesi come (solo) gli ultimi decenni e (solo) la società occidentale ci hanno fatto credere.
Quel che volevo condividere oggi però riguarda la bellezza di allattare un bimbo grandicello, senza voler fare alcuna battaglia pro-breastfeeding... È una semplice condivisione!
Quando sono ancora neonati è meraviglioso tenerli accanto a sé, guardando la loro concentrazione nel ciucciare latte e amore, ma è quando crescono che possono esprimere fino in fondo quel che rappresenta per loro!
Mimì quando vuole "la nenne" inizia a farlo capire cercando di sbottonarmi la camicetta o accarezzandomi e quando poi vede che mi preparo lancia un gridolino di entusiasmo tutto speciale che mi riempie il cuore di tenerezza. Di solito la allatto da sdraiata, per comodità, e quindi mi si butta addosso pronta a iniziare la sua poppata, con gli occhi che esprimono gioia e appagamento. Quando si attacca, per i primi istanti è tutto relax, lo sguardo si perde, i movimenti rallentano, ma poi inizia il rito delle carezze alla mamma, che presto diventano pizzicotti, per non parlare delle contorsioni alla ricerca della posizione più comoda, ovviamente senza mai smettere di ciucciare. Un turbine coccoloso e divertente!
Mentre scrivo sento il limite delle parole quando provano a descrivere un'esperienza che riempie il cuore... Ma ci provo comunque!
Allattare la mia bambina è per me, oggi come il giorno in cui è nata, un momento di pienezza, nel quale il mondo intorno si sfoca per lasciare spazio a noi due e al nostro essere insieme. Ma oggi che lei vive tante esperienze nuove, belle ma anche faticose a volte, questi momenti sono forse ancora più preziosi perché le restituiscono la certezza della mia presenza e della mia capacità di accontentare in un solo tempo i suoi bisogni fisici ed emotivi.
E per me sono attimi di contemplazione che, nel tumulto di una giornata in corsa, consentono al mio animo di ritrovarsi nella gratitudine per il dono ricevuto: il dono di lei, ma anche il dono di me, della mia nuova identità di mamma. In un certo senso allattare è per me una preghiera, nella quale l'amore e la gratitudine si esprimono liberamente e mi insegnano a discernere ciò che è più importante nella mia vocazione di madre.


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