Scarabocchio |
Tra i 18 e i 24 mesi il
bambino fa una sorprendente scoperta: alcuni oggetti, se strofinati contro una
superficie, lasciano delle tracce dietro di sé; quest’evento, appreso in
maniera occasionale o stimolato dai genitori, provoca nel bimbo il desiderio e
la curiosità di proseguire con gli esperimenti utilizzando materiale
convenzionale e non (si possono usare penne e pennarelli ma anche il cibo, il
rossetto della mamma etc). Inizialmente i movimenti sono ampi, la forza non
viene ben dosata, il braccio non viene orientato e si producono linee casuali
che vanno in direzioni diverse, spesso senza rispettare il margine del foglio,
insomma si scarabocchia!
Nei mesi successivi si impara a controllare
meglio i movimenti e a dare direzionalità al tratto e questo progresso si
accompagna a un generale miglioramento di tutta la motricità fine. Verso i tre
anni si iniziano a mettere in relazione due o più gesti grafici e a produrre le
forme chiuse andando dunque a creare delle forme geometriche o delle semplici
figure (la croce, il cerchio…); il bambino a quest’età comincia anche a dare un
significato ai propri disegni, ma solo dopo averli prodotti in base alle loro
caratteristiche percettive. Un passaggio molto importante che avviene verso i
3-4 anni è la rappresentazione della figura umana; questa è inizialmente
costituita da un cerchio in cui vengono inseriti occhi, naso e bocca da cui
partono linee singole rappresentanti gli arti (definito omino testone).
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Omino testone |
Con la crescita del bambino si
notano figure sempre più dettagliate e ricche, ben orientate nello spazio del
foglio. Verso i 5 anni il bambino riesce a “programmare” ciò che vuole
rappresentare prima di iniziare a farlo; migliorano infatti non solo le
capacità esecutive ma anche quelle ideative.
Nei primi anni della scuola
elementare il bambino è diventato un disegnatore competente, che non disegna
per rappresentare quello che vede ma seguendo un modello interno, concettuale e
non visivo. Si potranno dunque osservare ad esempio “trasparenze” o “effetto a
raggi x” come lo stomaco che si vede attraverso i vestiti; compare in questo
periodo anche la terza dimensione, la profondità.
Durante la preadolescenza si
assiste a una diversificazione dell’atteggiamento artistico con una preferenza
verso esperienze visive o non visive. I ragazzi con mentalità visiva si
concentrano su aspetti come luce, ombreggiature, uso prospettico dello spazio,
dettagli “concreti”. Chi invece possiede una mentalità non visiva esprime le
proprie esperienze soggettive tramite il disegno riportando, in maniera diversa
e meno dettagliata di chi ha una mentalità visiva, le proprie emozioni e
sensazioni, l’espressività mimica, la gestualità.
Lo sviluppo pittorico termina con
l’adolescenza, momento in cui il ragazzo valuta le sue capacità artistiche rispetto
agli standard del mondo adulto e spesso ciò lo porta ad abbandonare il disegno
come mezzo espressivo per privilegiare altri canali come quello verbale.
Fonte: “il disegno dei bambini” Eleonora Cannoni - Ed. Carocci
Molto interessante questo post.
RispondiEliminaTato ha 4 anni e si trova nel pieno della fase "omino testone".
Ciao Drusilla,
Eliminagrazie per essere passata di qui!
Un saluto a te e a Tato! :)