La separazione dei genitori può
rappresentare uno degli eventi più traumatici per un bambino e in base a
numerosi studi i bambini che fanno questa esperienza hanno tre volte più
probabilità della media di manifestare difficoltà emotive e comportamentali.
Infatti, la separazione non è altro che l’ultimo atto di un processo che ha
coinvolto la famiglia in attriti e sconvolgimenti emotivi, che molto spesso sono
più dannosi della separazione stessa.
Di recente si è iniziato a parlare di Sindrome da alienazione
genitoriale (PAS, Parental
Alienation Sindrome) definita per la prima volta da Gardner come un conflitto che nasce quando uno dei due
genitori influenza il bambino, in modo che rifiuti l’altro genitore o
interrompa il rapporto con esso.
Altri autori parlano di bambini
programmati o ai quali è stato fatto un brainwashed children,
ovvero il lavaggio del cervello, da parte del genitore affidatario
manifestandosi con una negazione dell’esistenza psicosociale del genitore
bersaglio. Questo può avvenire anche in assenza di una programmazione consapevole da parte del genitore che
se ne avvantaggia.
Le strategie possono
essere facilmente scoperte valutando il comportamento del figlio, il quale
ricalca le opinioni del genitore a danno dell’altro, mentre quelle indirette
incidono in modo più sottile sull’opinione e sul comportamento. Tuttavia, non è
scontato che il bambino utilizzi queste tecniche , soprattutto se il bambino
possiede un livello di autonomia cognitiva, affettiva e sociale tale da
impedirgli di essere suggestionato.
Turkat parla della Sindrome della madre malevola, che
può svilupparsi in concomitanza con la PAS.
In questo senso la madre intraprende una vera e propria crociata contro l’ex
coniuge utilizzando qualsiasi mezzo, addirittura anche utilizzando accuse gravi
e infondate come presunte violenze o la consapevole volontà di violare leggi
pur di raggiungere lo scopo.
Di fronte a queste situazioni la reazione dei bambini è quella che si attua di fronte a qualsiasi
situazione dolorosa: il sentimento comune è quello che il mondo vada in
frantumi, accompagnato da ansia e terrore per il futuro.
I bambini in età prescolare,
che avevano già acquisito abilità evolutive appropriate, possono regredire
tornando a bagnare il letto oppure a non avere più un comportamento corretto a
tavola, oltre a disturbi del sonno e comportamenti aggressivi nei confronti
delle altre persone, mentre se la separazione avviene in età scolare il bambino può iniziare a preoccuparsi riguardo al
fatto che se ne è andato non si occupi più di lui, palesando la sofferenza
cerca di far tornare insieme i genitori. Quando la separazione avviene prima della pubertà del figlio, questo
può comprendere meglio quello che sta accadendo, ma le sue reazioni sono
concentrare in rabbia nei confronti del genitore che ha causato la separazione
e da impegno nel curare il genitore ferito, mentre se avviene durante l’adolescenza la separazione può inasprire
le sensazioni e i comportamenti problematici tipici di questa fase evolutiva.
In conclusione, la maggior determinante del grado in cui il
bambino riesce ad affrontare la separazione e il divorzio dipende dal grado in
cui vi riescono i genitori e, inoltre, questo può anche determinare la misura
con cui i bambini da grandi possano avere il timore di relazioni fallimentari.
Fonte: Verrastro "Strategie e interventi in psicologia clinica dello sviluppo"
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