29 aprile 2013

Ma che musica maestro: Il lungo, il corto e il pacioccone


26 aprile 2013

La cosa più importante

Titolo: La cosa più importante
Autore: Antonella Abbatiello
Anno: 1998
Pagine: 36
Editore: Fatatrac
Prezzo di copertina: €13,50

Qual è la cosa più importante per un animale del bosco? La lunga proboscide, il collo lungo, gli aculei? Tutti, ma proprio tutti hanno delle caratteristiche che li rendono importanti ed essenziali alla vita del bosco. Tutti, nella loro diversità e nella loro bellezza, devono saper vivere insieme ed apprezzarsi. Questo libro è stato premiato nel 2001 con la Menzione d’Onore dell’UNESCO, per le tematiche della pace. Età di lettura: da 3 anni.

Diario di una mamma: Mia figlia che mistero

Sabato sera in pizzeria con amici Miriam ha dato spettacolo: mossette, risate, paroline... Una vera performer ben diversa dalla cucciola che a casa si avvinghia alle mie ginocchia, mi abbraccia teneramente e poi vuole restare in braccio anche per ore. Così piccola è già in grado di attuare comportamenti diversi nella vita privata e in quella pubblica, che distingue nettamente, così come distingue le occasioni più serie da quelle "mondane". Ma non è tanto, o meglio, non solo questa abilità sociale a colpirmi, bensì il fatto che io stessa non sapevo che fosse così tanto estroversa fino a due giorni fa! Conosco mia figlia, sono con lei ogni ora di ogni giorno eppure qualcosa di lei mi sfugge sempre.

È un piccolo senso di vertigine che ci prende in questi momenti, come genitori, quando scopriamo anzi riscopriamo che questi figli sono davvero un mistero... anche per noi. Pensiamo di conoscerli eppure sono sempre più ed altro rispetto a quello che pensiamo!

25 aprile 2013

25 aprile: che bello..stiamo a casa da scuola?

Oggi, e BISOGNA dire purtroppo, molti bambini e ragazzi vedono il 25 aprile come un bel ponte, una pausa rilassante nella miriade di compiti in classe di fine quadrimestre. Anche se la scuola tenta di porre l'accento sulla festività, capita che anche molti insegnanti si lascino "scappare" commenti poco patriottici e molto “da tempo libero”, con il risultato che i ragazzi non percepiscano la grande importanza che questo giorno ha avuto, anche per loro.
Ogni genitore dovrebbe fare un piccolo sforzo e dedicare qualche momento, in questo giorno, per raccontare ai figli, o, se ha la fortuna, farlo raccontare a qualche nonno bendisposto che “ha fatto la guerra”, e ce ne sono ancora molti…, perché il 25 aprile non si vada a scuola.
La lotta partigiana e la liberazione dal nazi-fascismo hanno portato alla creazione della costituzione italiana, quella che i ragazzi studiano in materie come storia e diritto, quella alla quale sono soggetti dalla nascita, quella che devono rispettare ed amare con senso patriottico, in quanto cittadini italiani, perché è stata un’enorme conquista.
Quella che, però, non conoscono bene, o quasi per nulla, e che diventa spesso un noioso studio a memoria e non la testimonianza di un importantissimo periodo storico!
Perciò è DOVERE dei genitori (e lo dice la costituzione: “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli”, art. 30) spiegare ai loro figli come mai esista la festa del 25 aprile, perché si possa dire che la democrazia italiana sia nata lì e capire quante vite sono morte e quanti sforzi sono stati fatti per creare uno stato nel quale fosse piacevole, libero, onesto vivere. Che la realtà sia, forse, un po’ diversa, bisogna prenderne atto. Questo non toglie, però, il grande coraggio dei partigiani, e che molti dei diritti di cui oggi godiamo e di cui godono anche i ragazzi, e dei doveri che ci competono, arrivino proprio da lì.
E’ importante, perciò, parlare dei “pezzi” di storia importanti, come questo, a tutti i bambini e i ragazzi, che troppo spesso sottovalutano, o non considerano, delle festività fondamentali. Guardare un documentario, andare un paio di ore in un museo, oppure chiacchierare mezz’oretta mentre si passeggia tutti insieme, possono essere ottime occasioni per confrontarsi sui temi “di storia, politica e cultura generale” che possono arricchire il bagaglio dei vostri figli, e portare maggiore consapevolezza nel loro modo di vedere ed affrontare la vita! La festa della liberazione è di tutti!

24 aprile 2013

La gravidanza: I tre trimestri.





Gravidanza e nascita sono eventi naturali e fisiologici che segnano un passaggio fondamentale nella vita di ogni donna: da figlie si diventa madri. È un percorso  lungo, profondo ed importante che cambia la donna in maniera profonda.
La gravidanza viene comunemente divisa nei tre TRIMESTRI. Occorre ricordare, tuttavia, che ogni mamma è diversa, ogni bambino è unico ed irripetibile ed ogni gravidanza è differente dalle altre. Ognuno di noi ha i suoi ritmi e bisogni, le sue fasi, la sua storia, le sue modalità di vivere i cambiamenti e di fronteggiare le sfide della vita. 

La gestazione è un percorso di CREAZIONE, DI VITA, di PASSAGGIO e di DISTACCO. Tutto ciò che avviene da un punto di vista fisico ed ormonale concorre alla preparazione di questi eventi. 

La prima fase della gravidanza (PRIMO TRIMESTRE) è caratterizzata da una prevalenza di ormone beta-HCG, gonadotropina corionica umana, prodotta dal precursore della placenta è l’ormone che ci permette di fare diagnosi di gravidanza e che, se presente nelle urine, da le due righe blu del test di gravidanza. Questo ormone stimola la produzione di PROGESTERONE, l’ormone che permette alla gravidanza di continuare.

23 aprile 2013

Diario di una maestra: Ex alunne

Capita ogni dieci anni ….ed è una gran gioia.
Un giovedì dietro l’altro …
Prima incontro Chiara (che nei miei pensieri rimane sempre Chiaretta) e poi Fede (la vulcanica ed esplosiva Feffe).
Stesso posto… stesso bar… stessa ora! Stessissima voglia di stringerle in un abbraccio affettuoso e di essere aggiornata sulla loro vita!
Facebook mi ha aiutata a seguirle a distanza, ma averle di fronte è stato molto più entusiasmante.
Entrambe iscritte a lettere moderne, ma con percorsi umani e scolastici profondamente differenti.
Le ho lasciate dieci anni fa ancora bambine per riscoprirle, anni dopo, donne in continua evoluzione.
Raccontano degli studi, della famiglia, degli amori, dei loro sogni: mi sento profondamente onorata di tali confidenze.
Rispolvero la loro gestualità, l’intonazione della voce, la determinazione degli intenti tanto nella pacatezza, quanto nella frenesia del fare.
C’è un qualcosa di familiare che il tempo non ha saputo cancellare: la piacevolezza di stare in loro compagnia.

22 aprile 2013

Ma che musica maestro: Se sei felice


La separazione

comunicare la separazione Ecco le domande e gli interrogativi che spesso i genitori si pongono nel momento della separazione. Scopriamo insieme i trucchi e le modalità più adeguate per preparaci ad affrontare questo momento e sostenere i figli nell'elaborazione di questo delicato evento.

Come comunicare ai figli che ci stiamo separando?

La comunicazione circa la decisione dei genitori di separarsi è un momento importante, perché segna un cambiamento nel sistema della famiglia e i genitori rendono effettiva questa scelta. Ai figli vorrebbe comunicata con chiarezza, in termini comprensibili relativamente alla loro età e possibilmente insieme. Per i figli si rivela più dannoso permanere in uno stato di incertezza, confusione o ambiguità ed essere in balia degli eventi. Inoltre, non bisogna dimenticare che i figli sono degli attenti osservatori, sono sempre particolarmente vigili e sensibili a cogliere gli stati emotivi degli adulti di riferimento.

Il bambino deve sapere che la propria mamma e papà saranno sempre i suoi genitori, anche se il matrimonio finisce e non vivranno più tutti insieme.

Quali possono essere le reazioni dei figli?

19 aprile 2013

Diario di scuola

Titolo: Diario di scuola
Autore: Daniel Pennac
Anno: 2008
Pagine: 241
Editore: Feltrinelli
Prezzo di copertina: € 13,60

L'autore affronta il grande tema della scuola dal punto di vista degli alunni. In verità dicendo "alunni" si dice qualcosa di troppo vago: qui è in gioco il punto di vista degli "sfaticati", dei "fannulloni", degli "scavezzacollo", dei "marioli", dei "cattivi soggetti", insomma di quelli che vanno male a scuola. Pennac, ex scaldabanco lui stesso, studia questa figura popolare e ampiamente diffusa dandogli nobiltà, restituendogli anche il peso d'angoscia e di dolore che gli appartiene. Il libro mescola ricordi autobiografici e riflessioni sulla pedagogia, sulle universali disfunzioni dell'istituto scolastico, sul ruolo dei genitori e della famiglia, sulla devastazione introdotta dal giovanilismo, sul ruolo della televisione e di tutte le declinazioni dei media contemporanei. E da questo rovistare nel "mal di scuola" che attraversa con vitalissima continuità i vagabondaggi narrativi di Pennac vediamo anche spuntare una non mai sedata sete di sapere e d'imparare che contrariamente ai più triti luoghi comuni, anima i giovani di oggi come quelli di ieri. Con la solita verve, l'autore della saga dei Malaussène movimenta riflessioni e affondi teorici con episodi buffi o toccanti, e colloca la nozione di amore, così ferocemente avversata, al centro della relazione pedagogica.

L'allattamento e noi

Mimì ha 15 mesi ormai e ancora il latte di mamma rappresenta una buona percentuale della sua alimentazione, pur mangiando un po' di tutto fin dai sette mesi.
Ogni tanto capita che qualcuno si stupisca di questo fatto di per sé normalissimo, ma io non gli do peso perché so che la durata dell'allattamento si misura in anni e non in mesi come (solo) gli ultimi decenni e (solo) la società occidentale ci hanno fatto credere.
Quel che volevo condividere oggi però riguarda la bellezza di allattare un bimbo grandicello, senza voler fare alcuna battaglia pro-breastfeeding... È una semplice condivisione!
Quando sono ancora neonati è meraviglioso tenerli accanto a sé, guardando la loro concentrazione nel ciucciare latte e amore, ma è quando crescono che possono esprimere fino in fondo quel che rappresenta per loro!
Mimì quando vuole "la nenne" inizia a farlo capire cercando di sbottonarmi la camicetta o accarezzandomi e quando poi vede che mi preparo lancia un gridolino di entusiasmo tutto speciale che mi riempie il cuore di tenerezza. Di solito la allatto da sdraiata, per comodità, e quindi mi si butta addosso pronta a iniziare la sua poppata, con gli occhi che esprimono gioia e appagamento. Quando si attacca, per i primi istanti è tutto relax, lo sguardo si perde, i movimenti rallentano, ma poi inizia il rito delle carezze alla mamma, che presto diventano pizzicotti, per non parlare delle contorsioni alla ricerca della posizione più comoda, ovviamente senza mai smettere di ciucciare. Un turbine coccoloso e divertente!

18 aprile 2013

Coccole e Massaggi

“Nel ventre di mia madre, la vita è una ricchezza infinita. Senza parlare dei suoni e dei rumori, per il bambino tutto è in costante movimento. Quando la madre si alza e cammina, si gira, si abbassa, o si alza in punta di piedi, pulisce la verdura o maneggia la scopa, ogni volta è un'onda, ogni volta una sensazione per il bambino. Ed anche quando la madre va a riposare, prende un libro e si siede, o si corica e dorme la sua respirazione non si interrompe ed il suo rassicurante ondeggiare, la risacca, continua a cullare il bambino.
Nei bambini la pelle viene prima di tutto. È il primo senso. È lei che sa. Nei bambini piccolissimi, si infiamma facilmente. Rossori, eritemi, pustole..microbi, infezioni? No, no..toccati male, portati male. Mal ridotti. Mal condotti. Male amati. Ah! Si questa pelle bisogna curarla, nutrirla. Essere tenuti in braccio, cullati, carezzati, essere tenuti stretti, massaggiati. TUTTI CIBI PER BAMBINI, indispensabili quanto e più di vitamine, sali minerali e proteine. Se è privato di tutto questo e dell'odore, del calore e della voce che conosce bene, il bambino, anche quello pieno di latte si lascerà morire di fame.” Frédérick Leboyer

17 aprile 2013

Robottino colorato




Dopo aver raccolto tanti tappi di bottiglie di plastica colorati, abbiamo creato il nostro robottino per le guerre spaziali di Marco.
Ecco i tappi raccolti:

12 aprile 2013

Diario di una mamma: La notte

Sono le 4.30 del mattino e, dopo l'ultima -lunga- sessione di allattamento di Mimì non riesco più a prendere sonno. È il momento giusto per scrivere qualcosa sulla notte di una mamma!
Mia figlia ha sempre avuto un sonno leggerissimo, il risveglio facile e il bisogno di ciucciare spesso e volentieri per riaddormentarsi... Nulla di nuovo sotto il sole e anzi un comportamento naturale. Ma naturale per lei non significa che non sia pesante per me.
I primi tempi dopo il parto ricordo che la sera ero presa da un grande sconforto: una lunga notte mi aspettava e sarei stata sola ad affrontarla, perché svegliare mio marito sarebbe stato estremamente faticoso per lui, ma soprattutto inutile perché di notte Mimí voleva, e vuole, solo me.
Col tempo quella sensazione di angoscia serale è passata, ma non è sostanzialmente cambiata la situazione.

11 aprile 2013

Il pancione di Papà

Quando una mamma aspetta un bambino si apre il sipario su uno spettacolo unico.
Protagonisti: una donna e la piccola creatura nel suo grembo.
Qualcosa non torna però. Dove è finito quel tizio che ha fornito metà dei cromosomi? Ha calcato la scena qualche istante (o minuto, o ora....dipende) all'esordio dello spettacolo e lo rivedremo comparire, color lenzuolo, al gran finale?
Il Papà, il grande co-protagonista, come trascorre la gravidanza?
Il Papà cova. Ovviamente.
La "Couvade" è un termine francese che significa "nascere, covare, incubare" e si utilizza per descrivere quei rituali che segnano il passaggio alla paternità in molte culture.
Un papà Arapesh (Nuova Guinea) si dovrà impegnare in estenuanti rapporti sessuali per "rafforzare" il nascituro, un papà Sirionas (Bolivia) trascorrerà tutto il tempo del travaglio a caccia e tornerà solo dopo la nascita per dare un nome al bambino.
In molte altre culture nel mondo per i futuri papà vige il divieto di caccia e di uso di oggetti pericolosi durante la gravidanza, non possono inoltre consumare alcuni cibi e con l'approssimarsi del parto si isolano dal resto del villaggio e simulano con gesti e versi il travaglio che dovranno affrontare le loro compagne.

10 aprile 2013

Decorazione di..........carta


Non buttate via i giornali, fate come Marco, si possono realizzare decorazioni semplici e con materiale di riciclo.
Ecco Marco che arrotola e poi strizza i fogli di giornale di un noto quotidiano:

9 aprile 2013

Diario di una maestra: E' quasi ora!


Alle spalle lasciamo le ultime vacanze di Pasqua, l’ultima pagina di storia  spiegata,  l’ultima gita di un giorno; tra poco consegneremo l’ultimo lavoretto per la festa della mamma e a giugno anche questo ciclo sarà concluso!
Lo avvertono intensamente anche loro: già cominciamo a pensare al loro andare e al mio ricominciare.
Già facciamo le prove generali: “Alle scuole medie questo non si potrà fare, sarebbe meglio non dire quello, ricordatevi che…, dimostrate che…”.
“Possiamo chiamarti proff, invece che maestra?”
Suona veramente strano, ma si può fare!
Intanto…è bello continuare, proprio con loro.
C’è ancora tanto da spiegare, soprattutto in grammatica e tanti esercizi da fare prima delle Prove Invalsi.

Sei grande papà!

La figura paterna, a volte, è poco presente tra le mura casalinghe. Ci si ricorda di essere in due in occasioni quali la festa del papà, che pone l'accento sul genitore maschio e gli offre una vetrina da protagonista per un giorno. Sperro, però, accade che le mamme, le quali si trovano a casa più di sovente, rispetto ai mariti, si sentano un po' genitori single, i riferimenti fondamentali dei figli. Ciò può accadere sia per scarsa propensione dell'uomo a prender parte attivamente all'educazione dei figli, sia per un'"egoismo" femminile, che porta la mamma a cercare l'esclusiva del rapporto con i figli, soprattutto dopo aver trascorso gran parte dell'infanzia ad accudirli.
E' ovvio che la donna si trovi, per questo, in una condizione privilegiata: durante i primi mesi o anni di vita ha vissuto accanto ai suoi figli quasi 24 ore su 24 e quindi può vantare una conoscenza, una perspicacia ed un'attenzione diversa, rispetto al compagno. Così il rischio è, appunto, che il padre scompaia, sostituito in tutto dall'unica figura materna. Per evitare questa spiacevole e poco educativa situazione, le donne hanno un ruolo fondamentale! E' la capacità di coinvolgimento manifestata dalla madre fin dai primissimi giorni ad aiutare i papà più reticenti o timorosi ad occuparsi dei figli. E' la capacità di moltiplicazione delle dipendenze della mamma, che cerca ogni giorno di rendere il figlio più autonomo e indipendente da sè, che facilità la "presa in carico" del padre anche per gli "oneri" educativi...

5 aprile 2013

Diario di una mamma: Un modo diverso di stare insieme

Quando è nata Mimì ho scelto, d'accordo con mio marito ovviamente, che avrei limitato molto l'impegno lavorativo per stare con lei e così è stato, quindi mia figlia non va all'asilo nido.
Per ragioni familiari e di amicizia ha comunque molte occasioni di vedere bimbi, in genere più grandi, ma anche coetanei e ne è sempre affascinata: li carezza, li bacia, li abbraccia. Ovviamente cerca anche di prendersi tutti i giochi, ma se non ci riesce se ne fa una ragione abbastanza in fretta e si dedica ad altro.
La settimana scorsa però è successa una cosa che mi ha fatto riflettere: trovandosi in compagnia di due bimbi poco più grandi di lei è stata graffiata, spinta a terra e altre cose poco piacevoli. Io inizialmente ho cercato di tranquillizzarla, ma spingendola a continuare a giocare... Poi, dopo l'ennesima piccola violenza, l'ho portata a casa.
Ne parlo perché credo che si tratti di episodi che prima o poi tutte le mamme vivono e questo mi ha portata a riflettere.

4 aprile 2013

La Gioia del Parto, di Ina May Gaskin

"Dare la vita: muoversi con libertà e farsi aiutare dalla forza di gravità"
"Ovunque abbiate deciso di partorire, è meglio che sappiate che la maggior parte delle donne in travaglio ha bisogno di cambiare posizione e di muoversi liberamente. Il movimento aiuta la dilatazione della cervice durante la prima fase del travaglio e serve per tenere il bambino nella posizione più vantaggiosa per il passaggio attraverso il bacino".
Citazione tratta dal libro "La Gioia del Parto, di Ina May Gaskin" Ed. Bonomi - Articolo tratto dal capitolo 7, pag. 257.


2 aprile 2013

"Buonasera Dottoressa, sto per laurearmi in scienze della formazione e faccio il doposcuola il pomeriggio, ha iniziato da me un bambino di 7 anni affetto da lieve disprassia, gli sto facendo fare le schede per scrivere per bene con le indicazioni sulle lettere in aggiunta mediante l'uso del tablet gli faccio fare dei giochi educativi quali lettere, giochi clementoni.
Sul referto della psicologa c'é scritto che bisogna intervenire con attività ludiche per svincolare il bambino dalla figura materna inoltre cerco di invogliarlo e di caricarlo e mai ammonirlo, mi potrebbe dare qualche consiglio in più? La ringrazio!"

1 aprile 2013

Come nascono i bambini?

"Buonasera, sono Sara...sono una mamma di due bimbe di 8 e 3 anni. La mia bimba più grande l'altra sera mi ha fatto una domanda che mi ha lasciata spiazzata: "Mamma io so da dove escono i bimbi (perchè gliel'ho spiegato io) ma come si fa a farli?" Come posso spiegarglielo?"
Gentilissima, la tua bimba é giá grande quindi credo sia giunto il momento di spiegare con parole semplici e con naturalezza come avviene l'accoppiamento tra un uomo e una donna che si amano. Educazione sessuale è prima di tutto educazione all’identità personale di genere, al rapporto con la propria identità e quella dell'altro. Essa inizia dai primi giorni di vita attraverso la pienezza e il calore dell’attenzione e delle prime cure che il bambino e la bambina ricevono e per le quali cominciano a sviluppare sensazioni, emozioni, sentimenti che evolvono più tardi nella capacità di amare.

Alcuni testi possono aiutare ad esprimersi meglio.

I bambini e le bugie!


Cari genitori ed educatori,
partiamo da una candida ammissione, chi di noi non ha mai detto la bugia per eccellenza: “Non sono stato io!”.

Dando per scontata la risposta alla domanda di cui sopra, possiamo iniziare la nostra riflessione asserendo che le bugie sono una tipica espressione del mondo dell’infanzia, quasi come fosse una formula magica, utile a salvaguardarsi dalle “strettezze” della realtà adulta, ricca di luoghi comuni e di limiti nel vedere e vivere la realtà, nel modo creativo a loro più congeniale.
 
Non dimentichiamo mai che i bambini, utilizzando la fantasia e l’inventiva, montando e smontando i fatti del quotidiano, così come i loro personaggi e luoghi, eliminano ciò che meno piace a favore di ciò che si vorrebbe accadesse davvero: in altre parole, se i bambini apprendono con l’utilizzo della fantasia e della creatività, lo fanno anche attraverso la bugia!!!

La prima grossa considerazione che possiamo fare dopo queste poche righe è che le bugie rappresentano per il bambino una fase evolutiva, normale, inevitabile e necessaria destinata a risolversi con la  crescita.

Il bambino scopre la bugia già da molto piccolo, attorno ai 3 anni, quando comincia a rendersi conto che è possibile inventare le cose, magari evitando di dire tutto quello che accade.

Ma che musica maestro: La bella tartaruga


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