11 febbraio 2013

Come comportarsi con i figli del nuovo compagno o della nuova compagna?

Di fronte all'aumento esponenziale del numero delle separazione e dei divorzi, questa è una domanda che capiterà sempre più spesso di sentire.
Ovviamente, non è una situazione semplice: la separazione porta con sè innumerevoli trasformazioni e cambiamenti del sistema familiare, e decidere di ricomporre un nuovo nucleo familiare aggiunge ulteriore complessità. Il genitore acquisito è, come lo definisce Anna Oliverio Ferraris il "terzo", che entra in gioco quando la famiglia, sebbene diversa da quella tradizionale, c' è già, con le sue regole, le sue abitudini, i suoi orari, il suo esplicito e il suo implicito che regolano e danno senso alle relazioni.
La situazione complessa è ben visibile anche dalla difficoltà a trovare un nome per definire il nuovo compagno della mamma o del papà. A tale proposito, la professoressa Donata Francescato sostiene che la scelta del nome per identificare i genitori acquisiti rivela il tipo di rapporto che viene a instaurarsi: utilizzare termini come "quella lì" o " quella là" è ben diverso da chiamare i nuovi partner dei genitori con il nome proprio o con dei vezzeggiativi.
I nuovi partner, infatti, rivestono un ruolo complesso e di difficile equilibrio: non devono sostituirsi ai genitori, ma allo stesso tempo devono vivere sotto lo stesso tetto, e condividere con loro gioie e dolori della quotidianità, facendosi accettare gradualmente e in maniera naturale, senza costrizioni. Nonostante si riconosca a ogni sistema familiare una sua peculiarità, alcuni studiosi sostengono che il tempo necessario per elaborare il lutto del divorzio di mamma e papà è di circa tre anni, e quindi è opportuno aspettare questo periodo prima di andare a vivere insieme ad un nuovo partner.
 
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