Di fronte all'aumento esponenziale del
numero delle separazione e dei divorzi, questa è una domanda che capiterà
sempre più spesso di sentire.
Ovviamente, non è una situazione semplice:
la separazione porta con sè innumerevoli trasformazioni e cambiamenti del
sistema familiare, e decidere di ricomporre un nuovo nucleo familiare aggiunge
ulteriore complessità. Il genitore acquisito è, come lo definisce Anna Oliverio
Ferraris il "terzo", che
entra in gioco quando la famiglia, sebbene diversa da quella tradizionale, c' è
già, con le sue regole, le sue abitudini, i suoi orari, il suo
esplicito e il suo implicito che regolano e danno senso alle relazioni.
La situazione
complessa è ben visibile anche dalla difficoltà a trovare un nome per definire
il nuovo compagno della mamma o del papà. A tale proposito, la
professoressa Donata Francescato sostiene che la scelta del nome per
identificare i genitori acquisiti rivela il tipo di rapporto che viene a
instaurarsi: utilizzare termini come "quella lì" o " quella
là" è ben diverso da chiamare i nuovi partner dei genitori con il nome
proprio o con dei vezzeggiativi.
I nuovi
partner, infatti, rivestono un ruolo
complesso e di difficile equilibrio: non devono sostituirsi ai genitori, ma
allo stesso tempo devono vivere sotto lo stesso tetto, e condividere con loro
gioie e dolori della quotidianità, facendosi accettare gradualmente e in maniera
naturale, senza costrizioni. Nonostante
si riconosca a ogni sistema familiare una sua peculiarità, alcuni studiosi
sostengono che il tempo necessario per elaborare il lutto del divorzio di mamma
e papà è di circa tre anni, e quindi è opportuno aspettare questo periodo
prima di andare a vivere insieme ad un nuovo partner.
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