Nella prima infanzia si verifica un rapido sviluppo delle capacità motorie, passando
da una situazione di assoluta dipendenza dal genitore ad una di relativa
autonomia. Questi cambiamenti sono sicuramente dovuti al modificarsi del
sistema nervoso e in particolare della corteccia cerebrale. Secondo la teoria
classica esiste una relazione causale tra lo sviluppo di nuove
strutture neuronali e il miglioramento delle abilità motorie, infatti i movimenti
che inizialmente erano controllati dai centri sotto corticali, passano sotto il
controllo di strutture corticali più evolute, trasformando gli iniziali
riflessi primitivi in movimenti volontari come il riflesso di prensione ->
presa volontaria.
Lo sviluppo viene visto come una sequenza
universalmente invariabile di tappe e si invoca il ruolo dell’esperienza
soltanto per spiegare le differenze individuali riguardanti l’età di comparsa
delle nuove abilità.
Negli ultimi anni questo modello è stato
criticato in quanto troppo semplice e inadeguato per spiegare lo sviluppo
motorio. Successivamente, sono stati proposti altri modelli interpretativi come
l’approccio Hip, il quale vede la
mente umana simile ad un computer.
Secondo la teoria dei sistemi dinamici
invece, lo sviluppo motorio non è dovuto tanto all’intervento di un singolo
sistema, quanto all’interazione tra più sistemi, quindi l’acquisizione di una
nuova condotta dipende dalla continua cooperazione tra i diversi sottosistemi
che contribuiscono a quella specifica condotta.
La differenza tra la teoria maturativa e la
teoria dei sistemi dinamici può essere spiegata attraverso l’esempio della
comparsa e successiva scomparsa del riflesso
di marcia automatica, il quale compare alla nascita, scompare dopo il terzo
mese e ricompare dopo circa un anno.
Secondo la teoria maturativa, infatti questo riflesso viene inibito e
soppresso dalla progressiva maturazione dei centri nervosi che controllano il
movimento i quali generano quindi la capacità matura di camminare, mentre
secondo la teoria dei sistemi dinamici
la scomparsa e successiva ricomparsa di questo riflesso è dovuto a fattori
puramente fisici, infatti nel lattante la forza dei muscoli delle gambe non è
più sufficiente a sostenere il peso del corpo che si accresce rapidamente nel
corso del primo anno di vita.
Fonte: Camaioni, Di Blasio - Psicologia dello sviluppo
Fonte: Camaioni, Di Blasio - Psicologia dello sviluppo
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