Era appena ieri settembre.
Il cartellone con la coppa del
mondo sulla porta recitava: "IL
FUTURO APPARTIENE A COLORO CHE
CREDONO NELLA BELLEZZA DEI PROPRI
SOGNI." (Eleanor Roosevelt).
Era già un invito a guardare oltre la
scuola, oltre le regole grammaticali, oltre i problemi e le formule di
geometria, oltre le prove Invalsi…..perchè la vita, la vera vita si gioca
fuori.
E allora a scuola cosa si fa?
“Cosa facciamo quest’anno?”, è la domanda
che in molti mi hanno fatto i primi giorni di scuola.
“Quest’anno faremo un sacco di cose belle e
ci divertiremo!”, rispondevo accennando
al tutto e al niente. Ma già quello ai miei ragazzi bastava.
Certo, mantenere una promessa del genere è facile se
ad aiutarmi ci sono la LIM, i cartelloni colorati con i personaggi famosi (che
in tanti ancora non conoscono), una collega fantastica e tanti progetti (motoria, musica, educazione all’affettività,
l’incontro con un magistrato sulla legalità, i ragazzi delle medie che vengono
a presentare il loro indirizzo musicale, ecc).
E tutto aiuta a capire, a scoprire e a
conoscersi. E ogni attività che si svolge aumenta potenzialità e
consapevolezza.
Si cerca l’ora di motoria per sfogarsi, per
fare gli esercizi con l’amica/o del cuore, per ridere e cacciare qualche
urletto che in classe si trattiene, per buttarsi per terra senza essere
sgridati, per sentirsi liberi di non essere giudicati: a motoria non si danno
voti durante le lezioni (se non alla fine del quadrimestre e in genere sono
tutti alti!!!).
Si fanno esercizi di consolidamento degli
schemi motori, ci si rilassa giocando, si impara che è bello vincere una
partita, ma che bisogna anche imparare a saper perdere e soprattutto a
rispettare le regole. Si formano coalizioni di maschi contro femmine e guai a chiamarle
il sesso debole: certe ragazzine hanno una tendenza innata a non farsi
sottomettere e non temono neanche il più
grande e il più forte dei maschi: e pensare che in uno scontro fisico avrei
paura io stessa di farmi male!
Si cerca l’ora di musica perché la tipetta
di turno, la rockettara, sicuramente
sfiderà la maestra con una sommossa a colpi di mano sul banco. Mai visto un
talento del genere, mai vista un’adesione così completa e convinta da parte del
gruppo classe: ritmo scandito alla
precisione. La guida è un vero leader carismatico! Piovono risate che tradotte
assomigliano a frasi del tipo: “…e adesso prova a fermarci, ….se riesci!!!
Siamo bravi! Facciamo musica! Va tutto bene! Ora conduciamo noi il gioco!!”
Fortuna che quando il limite dei decibel è
superato, richiamarli alla moderazione è
facile, basta dire: “Sssh, altrimenti prima o poi ci cacciano tutti da questa
classe e poi dalla scuola …. e ci ritrovano in giro per Seregno a vagare come
pecore al pascolo!!!!”, …. e ridere … ridere di loro con loro.
Ridere di un potere che in poco tempo sono
riusciti a rubare, ma che hanno anche saputo restituire, pur nella convinzione
che alla prima possibilità lo reclameranno nuovamente.
E poi ci sono tutte le materie curriculari …
quelle serie, quelle dei compiti, delle lezioni, delle verifiche e delle
interrogazioni.
Sì, perché a scuola si lavora veramente
tanto, ma ci sono anche spazi in origine neutri che acquistano una valenza
multidisciplinare e formativa di alto livello. Sono gli spazi dei mondi
possibili, della libera espressione, della pausa riflessiva, del “maestra
proprio non ce la faccio a stare in classe, usciamo io e te da soli a
parlare?”. E di lì a poco fai esperienza
del tuo essere un po’ meno insegnante, un po’ meno educatrice e ascolti il loro
mondo pieno di paure e di piccoli grandi drammi.
Perché a scuola si vive, si sogna, ci si
mette alla prova, si è tenuti ad ascoltare con rispetto i grandi e i
compagni….ma si trovano anche tanti sorrisi e tante orecchie attente!
Forse solo così si può continuare a sognare
e ad immaginare un futuro da calciatore,
da musicista, da ballerina o da biologa marina.
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