22 febbraio 2013

Il lutto infantile


Un lutto improvviso suscita in qualsiasi persona delle forti reazioni emotive e, anche se queste possono essere diverse da individuo ad individuo, è possibile riscontrare delle reazioni simili e prevedibili.
E’ sconsigliabile la frequente congiura del silenzio, infatti in molte famiglie si tende a far attenzione a nominare il genitore scomparso, quasi come lo si volesse colpevolizzare di essersi permesso di morire oppure eliminarlo dalla memoria, il che significa farlo morire un’altra volta. In questo modo si ottiene il risultato di alienare il bambino da quello che è capitato in famiglia, ma gli si rende più difficile accettare la separazione e la formazione di nuovi legami affettivi.
E’ altrettanto sconsigliabile abbondare in ipercompensazioni affettive, rischiando così di aggravare il peso obiettivo del lutto.
Il lutto infantile è un problema per cui non esistono spiegazioni semplicistiche e norme costanti, ma appare logico e ragionevole che esso venga gestito nel rispetto della verità e della natura, cercando di non lasciare nessun interrogativo e dare delle risposte esaurienti.
Dopo un lutto i bambini molto piccoli non riescono a vedere la morte come qualcosa di irreversibile e questo da una parte può essere di conforto al bambino, mentre dall’altra questo può risultare sconcertante per gli adulti in quanto non vedono sofferenza nel bambino.

All’età di 7 anni  il bambino è in grado di capire che la morte è qualcosa di permanente e può percepire di conseguenza una sensazione di grossa perdita, anche se non possiede ancora l’esperienza emotiva per affrontarla.
Successivamente le reazioni dei bambini possono essere simili a quelle degli adulti, quindi si possono manifestare infelicità, evitamento sociale, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e cambiamenti nelle abitudini alimentari.
Nel caso in cui venissero a mancare delle figure significative l bambino può avere due reazioni:
-       il bambino fatica ad adattarsi alla perdita e cerca di conservare un rapporto con essa, per esempio con gli oggetti, e sono ricorrenti le fantasie di ricongiungimento;
-       se la morte della persona casa è di tipo traumatico, il bambino risulta sopraffatto dall’angoscia e cerca di evitare qualsiasi cosa che gli evoca il ricordo. Inoltre, è frequente il timore che altre persone per lui significative possano venire a mancare evitando così contatti con gli altri.
Sempre in seguito ad un lutto i bambini perdono la motivazione scolastica e il loro grado di attenzione diminuisce e, quando non si manifesta tristezza e irritabilità, alcuni bambini possono diventare aggressivi. Questi comportamenti si attutiscono nel corso dei mesi ed il fattore determinante affinchè ciò avvenga è l’assistenza ricevuta in seguito alla perdita.

Fonte: Verrastro 'Strategie di intervento in psicologia clinica dello sviluppo'

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