Un lutto improvviso suscita in
qualsiasi persona delle forti reazioni emotive e, anche se queste possono
essere diverse da individuo ad individuo, è possibile riscontrare delle
reazioni simili e prevedibili.
E’ sconsigliabile la frequente congiura del silenzio,
infatti in molte famiglie si tende a far attenzione a nominare il genitore
scomparso, quasi come lo si volesse colpevolizzare di essersi permesso di
morire oppure eliminarlo dalla memoria, il che significa farlo morire un’altra
volta. In questo modo si ottiene il risultato di alienare il bambino da quello
che è capitato in famiglia, ma gli si rende più difficile accettare la
separazione e la formazione di nuovi legami affettivi.
E’ altrettanto sconsigliabile abbondare in ipercompensazioni affettive,
rischiando così di aggravare il peso obiettivo del lutto.
Il lutto infantile è un
problema per cui non esistono spiegazioni semplicistiche e norme costanti, ma
appare logico e ragionevole che esso venga gestito nel rispetto della verità e della natura, cercando di non lasciare nessun interrogativo e dare delle
risposte esaurienti.
Dopo un lutto i bambini molto piccoli non riescono a vedere la
morte come qualcosa di irreversibile e questo da una parte può essere di
conforto al bambino, mentre dall’altra questo può risultare sconcertante per
gli adulti in quanto non vedono sofferenza nel bambino.
All’età di 7 anni il
bambino è in grado di capire che la morte è qualcosa di permanente e può
percepire di conseguenza una sensazione di grossa perdita, anche se non
possiede ancora l’esperienza emotiva per affrontarla.
Successivamente le reazioni dei bambini possono essere simili a
quelle degli adulti, quindi si possono manifestare infelicità, evitamento
sociale, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e cambiamenti nelle
abitudini alimentari.
Nel caso in cui venissero a mancare delle figure significative l
bambino può avere due reazioni:
-
il bambino fatica ad adattarsi
alla perdita e cerca di conservare un rapporto con essa, per esempio con gli
oggetti, e sono ricorrenti le fantasie di ricongiungimento;
-
se la morte della persona casa è
di tipo traumatico, il bambino risulta sopraffatto dall’angoscia e cerca di
evitare qualsiasi cosa che gli evoca il ricordo. Inoltre, è frequente il timore
che altre persone per lui significative possano venire a mancare evitando così
contatti con gli altri.
Sempre in seguito ad un lutto i bambini perdono la motivazione scolastica e il loro grado di attenzione diminuisce e, quando
non si manifesta tristezza e irritabilità, alcuni bambini possono diventare
aggressivi. Questi comportamenti si attutiscono nel corso dei mesi ed il
fattore determinante affinchè ciò avvenga è l’assistenza ricevuta in seguito
alla perdita.
Fonte: Verrastro 'Strategie di intervento in psicologia clinica dello sviluppo'
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