23 aprile 2013

Diario di una maestra: Ex alunne

Capita ogni dieci anni ….ed è una gran gioia.
Un giovedì dietro l’altro …
Prima incontro Chiara (che nei miei pensieri rimane sempre Chiaretta) e poi Fede (la vulcanica ed esplosiva Feffe).
Stesso posto… stesso bar… stessa ora! Stessissima voglia di stringerle in un abbraccio affettuoso e di essere aggiornata sulla loro vita!
Facebook mi ha aiutata a seguirle a distanza, ma averle di fronte è stato molto più entusiasmante.
Entrambe iscritte a lettere moderne, ma con percorsi umani e scolastici profondamente differenti.
Le ho lasciate dieci anni fa ancora bambine per riscoprirle, anni dopo, donne in continua evoluzione.
Raccontano degli studi, della famiglia, degli amori, dei loro sogni: mi sento profondamente onorata di tali confidenze.
Rispolvero la loro gestualità, l’intonazione della voce, la determinazione degli intenti tanto nella pacatezza, quanto nella frenesia del fare.
C’è un qualcosa di familiare che il tempo non ha saputo cancellare: la piacevolezza di stare in loro compagnia.

Con loro stavo bene: ogni giorno era un buon giorno! Tra spiegazioni, discussioni, interrogazioni e balli, canti, risate … sono trascorsi 4 anni felici.
“Cosa farete da grandi?”, domandavo anni fa.
Chiara mi ha stupita, Fede … immaginavo!
C’è arte nella loro vita e questo mi fa molto … molto piacere!
La proiezione che avevo di loro si è in parte realizzata.
La potenza e l’atto: racchiusi in un piccolo uomo ci sono già i germi del suo futuro.
E torna in mente anche Alby, portiere rubacuori già in tenera età. Anche per lui il futuro è tracciato dai primi allenamenti e dalle vittorie sudate sul campo.
Non dimentico Andrea, geneticamente programmato per diventare ingegnere, Martina, orientata a ricalcare le orme del papà con l’iscrizione a medicina, Alessandra, Brenda, Giulia, Giorgia, Gabriele, Giorgio, Serena, Ilaria e tanti altri.
Gli ex alunni non passano mai, restano sempre nella mente e nel cuore.
Quanta energia sanno trasmettere …
Erano piccoli e sono cresciuti: rimangono tanti ricordi piacevoli e un legame sancito sui banchi di scuola attraverso vitali intrecci quotidiani.
È forse per questo che insegno ancora nonostante tutto …
In fondo mi piace investire tempo ed energia sull’educazione … e seminare, costruire, visitare … perché …

“L’albero più grande nasce da un piccolo germoglio.
La torre più alta nasce da un mucchietto di terra.
Un viaggio di mille miglia comincia con un passo!”
(Lao Tzu)

Per questo accolgo, agisco e lascio andare.
E quando li rivedo … è una grande festa, è un legame che si rinnova oltre i limiti del tempo che passa, oltre la vita che si dipana in intrecci imprevedibili.

2 commenti:

  1. Io insegno canto moderno e danza e capita che li segua anche per 8-9 anni, vedendoli diventare giovani adulti.
    Anche dopo anni che non studiano più con me, mi cercano, per un consiglio, un saluto, e questo mi fa capire che ho seminato qualcosa.
    Stimo molto chi insegna nella scuola pubblica, da cui manco da alcuni anni, perchè fate un lavoro immenso e mi son scese due lacrime leggendo il tuo articolo.
    Brava, buon lavoro, continua così, che credo tu abbia seminato molto bene.

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    Risposte
    1. Grazie per quello che hai scritto!
      Forse insegnanti si nasce e non lo si diventa soltanto con un percorso di studi.
      Sappiamo entrambe che è faticoso, ma quello che ci danno i bambini e i ragazzi ogni giorno è ineguagliabile.
      Se tornano, quando tornano, è perchè si sentono di farlo, perchè il ricordo non si è sbiadito, perchè quello che abbiamo fatto e dato non è gli è rimasto indifferente.
      Ci sono tanti campi da seminare.....dai continuiamo: vedrai quanti bei fiori spunteranno!!!!

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