1 aprile 2013

I bambini e le bugie!


Cari genitori ed educatori,
partiamo da una candida ammissione, chi di noi non ha mai detto la bugia per eccellenza: “Non sono stato io!”.

Dando per scontata la risposta alla domanda di cui sopra, possiamo iniziare la nostra riflessione asserendo che le bugie sono una tipica espressione del mondo dell’infanzia, quasi come fosse una formula magica, utile a salvaguardarsi dalle “strettezze” della realtà adulta, ricca di luoghi comuni e di limiti nel vedere e vivere la realtà, nel modo creativo a loro più congeniale.
 
Non dimentichiamo mai che i bambini, utilizzando la fantasia e l’inventiva, montando e smontando i fatti del quotidiano, così come i loro personaggi e luoghi, eliminano ciò che meno piace a favore di ciò che si vorrebbe accadesse davvero: in altre parole, se i bambini apprendono con l’utilizzo della fantasia e della creatività, lo fanno anche attraverso la bugia!!!

La prima grossa considerazione che possiamo fare dopo queste poche righe è che le bugie rappresentano per il bambino una fase evolutiva, normale, inevitabile e necessaria destinata a risolversi con la  crescita.

Il bambino scopre la bugia già da molto piccolo, attorno ai 3 anni, quando comincia a rendersi conto che è possibile inventare le cose, magari evitando di dire tutto quello che accade.

La svolta sta nel fatto che il bambino si rende conto che oltre al “pensiero delle parole”, condiviso e condividibile con gli altri, possiede anche un “pensiero interiore”, completamente suo, una sorta di limite invalicabile oltre il quale nessuno può penetrare per comprendere cosa effettivamente pensi o senta.

Alle soglie della pubertà, verso 10 anni, il bambino impara la tecnica della dissimulazione, il modo di non dire una bugia, semplicemente tacendo una parte della verità (esempio tipico, il bambino che dice alla mamma di aver preso un ottimo voto “omettendo” il particolare della nota per aver fatto disastri durante l’ora successiva).

La dissimulazione è un comportamento che riduce il senso di colpa di chi mente, visto che si ritiene di non aver proprio detto una bugia, offrendo la via di fuga della scusante:”Non lo sapevo!”, “Non ricordavo!”.

Ma quali tipi di bugia esistono e cosa potrebbero sottintendere?

Non sono stato io!”, di cui dicevamo poco sopra, è la classica bugia di discolpa, che dovrebbe scomparire con il crescere del bambino.
La loro persistenza indica insicurezza, così come potrebbe nascondere il timore legato a punizioni, giudizi severi e disapprovazione.  
Si farà fatica ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni, quindi meglio mentire piuttosto che deludere i propri genitori.
Il lavoro consisterà nell’insegnare al bambino che bisogna contemplare la possibilità dell’errore e della frustrazione, senza la necessità dello sviluppare un malsano senso di vergogna o peggio ancora di colpa. 

La calunnia, “Non sono stato io! È stato lui!”.
Pur potendo rientrare nei comportamenti antisociali, in questo caso per favorire un reale cambiamento nel bambino è necessario usare pazienza, ascolto e comprensione, riuscendo in tal modo ad insegnargli che le questioni vanno affrontate con lealtà e assunzione di responsabilità.
Le vanterie, quei modi di fare utili a modificare la realtà ricorrendo all’immaginazione, che servono a “farsi belli” di fronte agli altri.
È necessario comprendere se tale distorsione della realtà nasce da un senso di oppressione o di un inferiorità sociale molto forte, soprattutto quando i bambini sono inseriti in ambienti sfavorevoli e poco adatti alle proprie esigenze e possibilità.

Le bugie consolatorie, sono storie che si inventano per consolarsi, trovare sicurezze e risolvere al meglio situazioni difficili.
Sono desideri che il bambino cerca di esaudire con l’ausilio della fantasia e che l’adulto può interpretare al fine di capire le sue paure, le sue sofferenze e i suoi desideri.

Molto spesso mi viene chiesto quando le bugie devono preoccupare, probabilmente non c’è una risposta univoca, ma la linea di demarcazione potrebbe essere quando il bambino comincia a costruire mondi fatti di illusioni, sogni, desideri per nulla legati ad una realtà, fosse anche spiacevole.

Tali atteggiamenti, quando persistono, potrebbero andare ad indicare un vissuto di forte disagio da parte dell’individuo, che cerca quindi di compensare modificando la realtà come meglio sarebbe.

Prima di concludere qualche consiglio da dare ai genitori per insegnare ai bambini ad evitare le bugie:

  1. non bisogna avere troppe aspettative nei confronti dei propri figli, perché queste possono diventare veri e propri pesi difficili da portarsi dietro nella vita

  1. si deve trasmettere al bambino il sano concetto di fiducia, di affidarsi a quelle persone che sono positive nel quotidiano di un individuo

  1. nel caso in cui ci si trovi di fronte a delle bugie, bisogna cercare di capirne il motivo, proponendo anche delle soluzioni alternative

  1. non etichettare mai un bambino come “bugiardo”, perché il rischio è quello di farlo sentire tale, incoraggiandolo ad un comportamento che, in realtà, si vorrebbe evitare

  1. nel momento in cui il bambino ammette i suoi errori non punirlo! Il messaggio che potrebbe recepire è che dire la verità non è un fatto conveniente, mentre sarà da furbi mentire

  1. invitalo al dialogo, che deve sempre rimanere “aperto” all’interno della funzionalità familiare 

  1. ricorda: dai sempre il ”buon esempio!”. Anche nel caso in cui i bambini pongono domande complesse o imbarazzanti, la regola dovrebbe essere quella di non mentire mai. Tenendo conto che il bambino impara anche per imitazione, se il genitore mente, pur se a fin di bene, il bambino potrebbe sentirsi autorizzato a fare altrettanto.

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