12 marzo 2013

Diario di una maestra: Un po' di colore

Periodo tranquillo…
Tra vacanze forzate per la neve, le elezioni, la preparazione dei lavoretti per la festa del papà … il lavoro va a rilento.
Ho come l’impressione che l’unico argomento proponibile per italiano in queste settimane possa essere solo la punteggiatura.
… e le fotocopie aiutano.
Obiettivo: ritagliarmi un sacco di tempo per organizzare, sistemare, impacchettare i loro capolavori.
E pensare che in prima e in seconda i genitori si lamentavano della cura che volevo nei disegni di educazione all’immagine!
Però in quinta le soddisfazioni arrivano e sono visibili: sono sul quaderno grigio (che per i poeti diventa magicamente “argento”), sui cartelloni in mostra nel corridoio e, alla fine di un ciclo di scuola primaria, possono anche essere appese in casa.
Certo, sono prodotti di giovani artisti in erba, ma graficamente piacevoli.
Da chi avranno imparato?
Non è una domanda retorica con una risposta guidata. È semplicemente un grosso dubbio che mi accompagna da quando insegno.
Possono dei bambini imparare a disegnare e a colorare bene se l’insegnante non è in grado di farlo?
Probabilmente sì! Anzi, l’esperienza mi insegna che la tecnica può essere appresa attraverso il contatto con i compagni che fungono da mentori, oppure tramite l’esercizio ripetuto e costante.
Alla base dell’apprendimento delle tecniche grafico-pittoriche c’è un gusto artistico che va sviluppato attraverso la ricerca del bello, delle forme armoniche, degli accostamenti cromatici, ma ancor più della manualità, che si declina nella fluidità e nella precisione.
Quante informazioni riesce a dare il disegno di un bambino!!!
Data una consegna, ad esempio, Carletto comincia subito a disegnare o riflette e progetta bene lo spazio?
Gli elementi raffigurati sono in proporzione?
Arricchisce con particolari o è essenziale?
Il tratto è leggero o pesante?
Nella coloritura riesce a rispettare i contorni? Effettua cambi di direzione non armonici?
Quali colori sceglie con maggior frequenza?
Il disegno non è semplicemente una rappresentazione grafica fine a se stessa: rimanda al vissuto del bambino, alle sue emozioni, al suo livello intellettivo.
Spesso ripeto ai miei alunni che, semplicemente guardando un loro quaderno, si possono capire tante cose su di loro: se sono precisi, frettolosi, rispettosi delle regole, creativi, decisi, insicuri, ecc.
Guardando ora i loro disegni, posso dire che sono veramente diventati bravini nella coloritura.
Chissà se qualcuno andrà al liceo artistico?!
Su tre o quattro di loro, già adesso, potrei scommettere sulla futura carriera artistica.
Intanto mi godo i loro capolavori, prima di cominciare a settembre un nuovo ciclo con i “piccolini”.
(… nella speranza di avere ancora, tra le materie di insegnamento, educazione all’immagine,  perché altrimenti … che scuola sarebbe senza i colori?!!)





Ho già detto nelle scorse puntate che questa classe è veramente particolare?

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