Iniziamo subito con un tema a forte impatto: la punizione.
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La punizione è spesso la via più rapida per modificare un comportamento che se lasciato continuare potrebbe essere pericoloso per l’individuo e offre l’opportunità, pur temporaneamente, di rinforzare una persona a comportarsi successivamente in un modo più desiderabile e prendere tempo finché non si possano iniziare procedure di rinforzo positivo.
La punizione è spesso inefficace soprattutto se non viene impartita poco dopo il comportamento indesiderato o se il soggetto è in grado di abbandonare la situazione in cui viene impartita la punizione. Inoltre, se si parla di punizione fisica, questa viene impartita molto spesso da persone a loro volta adirate, quindi è improbabile che i soggetti in questo stato emotivo non siano in grado di riflettere su quello che stanno facendo e di controllare il grado di punizione che stanno impartendo, quindi chi ricorre alla punizione fisica rischia di finire per incutere paura. La punizione rischia anche di ridurre l’autostima del soggetto ricevente a meno che questi non siano in grado di comprendere la motivazione. Infine non trasmette alcuna informazione su quale potrebbe essere un comportamento alternativo più appropriato, quindi la punizione deve essere accompagnata da informazioni specifiche riguardanti il comportamento desiderato.
Fonte: Feldman - Psicologia Generale
Silvia M. Romeo
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