5 ottobre 2012

Le attività espressive nell'oncologia infantile

Le difficoltà e lo stress durante una malattia oncologica sono frequenti e molto intense, soprattutto quando il paziente è un bambino. Il malessere può essere espresso in modi differenti  e non sempre  si riesce nel difficile compito di adattarsi alla malattia. Il disagio può essere manifestato  con:
  • comportamenti aggressivi e oppositivi
  • aumento della dipendenza verso le figure di riferimento
  • diminuzione dell’autonomia
  • problemi del sonno
  • enuresi e aumento delle paure, in particolare della morte. 
Tutto ciò può essere di ostacolo alla cura e può portare al protrarsi nel tempo dell’esperienza dolorosa legata alla malattia e alle sue conseguenze:  cambiamenti nell’aspetto fisico e alle continue ospedalizzazioni.
L’intervento psicologico deve permettere al bambino, in base all’età e alle capacità cognitive, di comprendere ed elaborare la propria malattia, contestualizzandola, evitando che si creino in lui delle spiegazioni confusionarie e irreali.
Come si può intervenire?
Un  ottimo strumento sono le attività espressive  che permettono  al piccolo paziente di riconoscere ed esprimere le proprie emozione e incrementare le proprie risorse. Giocare, disegnare, creare, leggere fiabe permette al bambino di esplorare ad affrontare il proprio mondo interiore, le proprie paure, il proprio stato d’animo e la propria immagine di sé. Usare la fantasia e la creatività può anche essere un ottimo mezzo per permettere al bambino di staccarsi, anche se solo per un attimo, dalla realtà e dalle sue preoccupazioni  e di  giocare serenamente.
L’obbiettivo deve essere la tutela della qualità della vita del piccolo paziente, cercando di evitare, per quanto possibile, che le attività piacevoli e quotidiane del bambino siano compromesse.
Fonte: Annarita Adduci in Psicologia Contemporanea

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