6 settembre 2012

Lo sviluppo prenatale


Nel momento in cui nasce, il bambino ha già alle spalle nove mesi di vita prenatale, periodo in cui oltre che a sviluppare il patrimonio genetico, il feto è esposto ad una serie di fattori ambientali a causa dello stretto rapporto con l’organismo materno nella vita intrauterina. L'ambiente uterino è in grado di proteggere e nutrire il feto, infatti lo mantiene a una temperatura costante e attraverso il liquido amniotico nel quale è sospeso lo protegge dalle scosse e dagli urti. Attraverso il sangue materno, invece, passano al feto sostanze diverse oltre al nutrimento e all’ossigeno, che possono lasciare tracce sullo sviluppo successivo.
Gli agenti teratogeni sono tutti quei fattori ambientali che causano un danno congenito all’embrione o feto come la nicotina, le droghe, la morfina o nutrizione scarsa o inadeguata. Se la madre contrae la rosolia nei primi due mesi è probabile che nasca un bambino con un’anomalia congenita come cecità, sordità, malformazioni cardiache o ritardo mentale.
Dopo che i processi di ovulazione, fertilizzazione e impianto hanno avuto luogo, si possono distinguere due fasi dello sviluppo prenatale: lo sviluppo embrionale e lo sviluppo fetale.

Fonte: Camaioni. Di Blasio - Psicologia dello sviluppo

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